L’intelligence Usa ritiene che Putin sia stato informato male sull’andamento della guerra dai suoi consiglieri.
Secondo l’intelligence statunitense il presidente russo Vladimir Putin sarebbe informato male sulla guerra. I suoi consiglieri avrebbero dato meno o distorte informazioni sull’andamento dell’invasione del suo esercito del territorio ucraino. La motivazione sarebbe la paura per il fallimento dell’Armata Rossa.
L’avanzata dell’esercito russo è in stallo da alcuni giorni. Inoltre, le varie difficoltà che hanno incontrato i soldati russi e le sue ingenti perdite ha messo in seria discussione l’invasione. Un vero fallimento di quelli che erano i piani iniziali di Putin.
Ma queste difficoltà e la resistenza ucraina incontrata dai soldati russi non sono state riportate al presidente Putin. I consiglieri avrebbero preferito tenere lo zar allo scuro dei fallimenti del suo esercito e non vorrebbero essere ritenuti responsabili di questi disastri. Secondo un funzionario americano ciò sarebbe avvenuto “perché i suoi consiglieri senior hanno troppa paura di dirgli la verità».
Secondo i documenti dell’intelligence americana, a non informare Putin sia stato il ministero della Difesa russo. Questi avrebbe nascosto al presidente anche che a far parte dell’esercito pronto per l’invasione ci fossero molte giovani e inesperte leve.
Tensioni con il ministro della Difesa
Queste informazioni nascoste avrebbero creato tensioni tra Putin e il ministero della Difesa, soprattutto con il ministro Sergei Shoigu considerato uno dei suoi due uomini più affidabili. Ma questi fallimenti dell’esercito avrebbero posto ai ferri corti i due del Cremlino.
Secondo la stampa americana riportata dal New York Times e da Associated Press che riportano le parole delle fonti dell’intelligence, ci sarebbe stata «una chiara interruzione del flusso di informazioni accurate» verso il presidente anche riguardo l’aspetto economico della guerra. Putin non avrebbe chiare le conseguenze delle sanzioni occidentali sull’economia russa.
Il motivo principale sembrerebbe essere il clima di paura e diffidenza che si è creato tra i consiglieri di Putin, che negli ultimi mesi, anche per via della pandemia, sembra essersi isolato sempre di più, confidandosi solo coi suoi collaboratori più accondiscendenti. Secondo il New York Times ad accrescere questo timore sarebbe stato anche il recente di due importanti funzionari dell’intelligence russa accusati da Putin di non averlo accuratamente informato nei momenti precedenti all’invasione.